27 Ago Il canto delle sirene
« Galleggiando a lungo in oceani deserti
ho fatto del mio meglio per sorriderefinché i tuoi occhi melodiosi e le tue dita
mi attirarono affettuosamente alla tua isola
e tu cantasti
naviga da me
naviga da me
lascia che ti avvolga
Sono qui
Sono qui
aspettando di possederti… »
Scricchiola la pelle tra i brividi
Naufragata per mare, la tempesta si è abbattuta all’improvviso.
In un tiepido pomeriggio, tra parole leggere e sorrisi
Scappiamo. Al riparo.
Ma è tardi, ormai, violenta e furiosa, ci travolge.
E vento. E pioggia.
Traballo. Scivolo. Mi aggrappo.
Forte. Più forte. Sono forte. Resisto.
Vento forte mi scuote. Violento mi dà il tormento
Sento un canto lieve, in lontananza.
Alzo gli occhi e non vedo nulla.
Sento il sangue affluire
Passodopopasso
Sentire, sentire
Voglio sentire di nuovo.
Ancora e ancora quel soave canto
Mi avvicino
Mi abbandono
E l’anima si acquieta, ignara.
Quel canto Seduce.
Prende e possiede.
La svuota, l’anima.
La prende e la riempie
Il corpo prende vita
Non rifugge il piacere.
Lo segue.
La carne vibra.
Fa male
Le sento, le unghie conficcate nella carne. Nel sesso.
Impudico e profano quel canto torna.
Non sento altro.
Non il vento. Non la pioggia. Non la tempesta.
Non riesco a gridare. E’ più forte di tutto
Scivolo.
Fa paura eppure lascio la presa. Solo un poco.
Cosa senti?
Un pugno allo stomaco
Il cuore che batte tra le cosce.
Sono viva.
Naufrago e sono viva.
E sono mani
Bocche umide a cercarsi, affamate.
E ancora mani, mani dappertutto.
Calde e impazienti.
L’ansia e la voglia.
Sono viva.
Il profumo della pelle e della voglia.
Il profumo della voglia sulla pelle.
Che lascia scie e tracce da seguire.
In punta di lingua.
Mi piace il tuo sapore. Il mio e il tuo insieme.
Lo sai che ti sento e mi sale un turbamento dentro.
Ovunque.
Mi scoppia nel cervello,
mi fa tremare il cuore,
fa spalancare le mie cosce.
Vieni da me, dici.
E io mi aggrappo a quella tensione, che tante volte ho ignorato. Rifuggito
Mi parla di noi, quella tensione ora.
Un altro pugno nello stomaco.
Un altro bacio.
Quel bacio
E io che non respiro.
Mi inarco, mi offro oscena.
Vedo immagini, susseguirsi una dopo l’altra.
Tutte insieme.
Le dita sulle spalle nude, così leggere e delicate. Quello sguardo. La poltrona nel’angolo della stanza. Il tuo profumo. Non aver fretta. Un passo alla volta. Di nuovo le tue mani. Le gambe cedono. Il frustino che mi ossesiona. La voglia da bere avidamente. La corda che tende e stringe. La corda che rassicura. L’intimo immacolato e il cuoio nero. Il tuo sesso che danza sulla pelle, tra il ventre e quel solco che, comunque invita. Il fuoco che si scatena. Serva dell’Amore.
Mi strizzi il sesso.
O forse il cuore, non so distinguerli.
Battono violenti e sono nelle tue mani. Mi piace questo supplizio. Sento le tue parole sussurrate all’orecchio rimbombare dentro. Colpiscimi e prendimi. Dolore e piacere. Voglio tutto. Di più.
Non lo so più, se c’è un confine, tra me e te.
Prendimi e distruggimi.
Voglio sentire.
Qualunque cosa.
Questo canto mi fa impazzire.
Mi conduce all’inferno, lo sai.
Ma è così bello ora, scivolare su di te.
Vieni da me
Vieni da me
naviga da me
lascia che ti avvolga
Sono qui
Sono qui
aspettando di possederti…
Tienimi.
Sto per cadere.
Aprimi
Sto per entrare.