30 Mag Apnea disciolta
A un certo punto parve tutto chiaro, chiaro e nitido. Come si sta bene qui – pensò. Pareva tutto diverso, ma sapeva bene che si trattava solo di una percezione, che nulla era mutato in realtà, solo il suo modo di vedere le cose. Quasi che le avessero cambiato la lente o la rètina, e il suo sguardo riuscisse a percepire le cose in un modo completamente nuovo e inaspettato. I muscoli si muovevano fluidi, non pareva esserci nessun ostacolo, nessun punto oscuro, tutto era visibile e riconoscibile. La mano dell’uomo era forte, la stretta salda, rassicurante, e lì si sentiva protetta, sicura, felicemente abbandonata al suo destino. Vedeva il tragitto davanti a sé e non aveva più paura. Le immagini risultavano così vivide, colorate e ingrandite a tal punto, che pareva di camminare attraverso lo schermo di un cinema all’aperto. A suo modo sorrideva, e quando con la coda dell’occhio coglieva i suoi passi, la sua andatura, era pervasa da una crescente euforia. Una giravolta, e poi un’altra. Letteralmente volteggiava. Non aveva più peso. Era parte dell’acqua, della terra, dell’aria. Era questa la sensazione della felicità? Era così che ci si sente quando si trova l’equilibrio, il momento perfetto, quando tutto pare avere un senso, quando tutto è lì, sotto i tuoi occhi, e prosegui al suo fianco e nemmeno importa più dov’è che state andando? Pensò che sì, è esattamente quello, e riprese a volteggiare e ridere e sentirsi piena di vita, con tutta una nuova vita davanti a sé. Vita piena di vita e possibilità.
Alzò appena lo sguardo, un riflesso la abbagliò per un breve attimo e si sentì qualche cosa che la urtò di colpo. L’uomo inciampò. Perse l’equilibrio, rise imbarazzato aggiustandosi i capelli e strinse la presa. Sì, sì, tutto a posto, grazie non è niente. Per qualche minuto lei oscillò, non riusciva a vedere più nulla e non capì bene quale direzione avessero preso: destra, sinistra, dritto, oppure ancora fermi nello stesso punto. Qualcuno sulla panchina si fermò a guardala. Era schizzata fuori dell’acqua, e allora si ricordò dov’era. Chi era. Poi scrollò le spalle, si lasciò cullare dal movimento stagnante dell’acqua e decise di godersi il panorama.
Immagine di C. Stromholm